lunedì 25 gennaio 2010

Ragnarok

09

« Ma come? Non ti degni neanche di salutarmi? »

Esta fu presa dal panico, cosa ci faceva suo fratello ad un ballo in maschera, per giunta nella capitale del regno? Avrebbe potuto dirgli che si stava sbagliando, che la stava confondendo con un'altra persona, avrebbe potuto persino dirgli che era ubriaco marcio e non distingueva bene la realtà, avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, ma non lo disse. La loro somiglianza era palese anche con le maschere che coprivano loro gli occhi e parte del volto.

« Cosa ci fai qui? » domandò in un soffio Esta al fratello.

« No, la domanda è: cosa ci fai TU qui? » la rimbeccò West prendendola per un polso e trascinandola via, nel recarsi verso l'uscita della sala incrociò lo sguardo di Katòn e gli fece cenno di seguirlo, il divertimento, per quella sera, era finito.


« Dunque siete di Hollas. Non ci sono mai stato. » rispose Kat quando la fanciulla, dopo essersi presentata, dichiarò di provenire dal regno di Hollas.

« Sì, in confronto ad Irrfad è un regno piccolo, ma sa farsi valere, la popolazione vive bene e questo è quello che conta. » affermò Shirea distogliendo per un attimo lo sguardo, come se in realtà pensasse tutto il contrario.

« Cosa vi porta qui ad Irrfad? Se posso chiedervelo ovviamente, madamigella Shirea. »

« Alcuni miei parenti da parte di madre vivono qui, i miei genitori desideravano che io facessi loro visita, è una buona scusa per farmi conoscere la vità di città. » disse mentre il suo volto, tutt'a un tratto, si illuminava di un candido sorriso.

"Che strana fanciulla, chissà a cosa pensa. Prima è titubante, poi sembra mentire mentre adesso è il ritratto della sincerità. Chi lo sa, magari è vincolata da qualcosa e non può rivelare certe informazioni..." pensò Katòn, i suoi pensieri erano legittimi, lei possedeva il ciondolo degli araldi, era legata ad una Dea e, come lui, aveva dei segreti che dovevano rimanere tali.

Stava per decantare le bellezze del suo regno quando vide West fargli cenno di andare via e di tornare a casa, notò che si stava letteralmente trascinando dietro una ragazza, in un raro impeto di gelosia concepì nella sua mente uno strano senso di ingiustizia, perché solo West poteva divertirsi con le donne? Scacciò immediatamente il pensiero, Katòn conosceva troppo bene il capitano delle guardie e sapeva benissimo che non avrebbe mai costretto una donna a seguirlo, mai! La questione dunque doveva essere grave.

Con un inchino si congedò da Shirea.

« Abbiate pazienza damigella, ma il mio caro amico ha bisogno di me, spero di potervi incontrare di nuovo qua in città. » la salutò con un elegante baciamano, Shirea s'inchinò a sua volta e lasciò che Katòn se n'andasse.


« Si può sapere cosa sta succedendo? » chiese il principe appena ebbe raggiunto West e la ragazza ai cavalli, lasciati in una stalla leggermente isolata dal gruppo di edifici.

West sguainò la spada che aveva lasciato legata alla sella e la rivolse verso la fanciulla.

« Katòn, ti presento mia sorella Esta, la stupida mercenaria che s'è fatta beccare. »

Esta si strappò di dosso la maschera che le copriva il volto e fissò rabbiosamente il fratello, come osava dire una cosa del genere? Cosa ne sapeva lui di quello che era successo? Non era in quella tenda quando aveva ucciso il vecchio pezzo, non poteva parlare di cose di cui non era a conoscenza.

Stava per sputargli addosso tutta la frustazione che aveva in corpo quando la sua mente ponderò un attimo su ciò che il fratello aveva appena detto. West aveva nominato Katòn e Katòn era il nome del fratello di Frey, lo osservò con attenzione per qualche secondo, se i due fratelli di differenziavano per gli occhi - Frey castani e Katòn grigi - non si poteva dire lo stesso per i capelli: medesima tonalità di nero lucente, stessi lineamenti, i punti in comune erano troppi per sembrare solo una coincidenza.

La donna decise di lasciar perdere il fratello - se gli avesse dato peso sarebbe andata a finire con un duello di spade e nella precaria situazione in cui si trovava doveva dare il meno possibile nell'occhio - e si rivolse direttamente al principe.

« Voi siete Katòn? Katòn noc Ferac? Fratello di Frey noc Savhr? »

Kat trasalì un istante, la donna lo conosceva e conosceva anche suo fratello, era la sorella di West, ma chi era in realtà per conoscere Frey? Come aveva potuto conoscerlo se erano due mesi che se n'era partito per la guerra.

Poi un'idea sinistra gli balenò in mente, nell'ultimo dispaccio era venuto a conoscenza di un fallito attentato al principe ereditario, Esta era una mercenaria ed era stata vista per l'ultima volta a Sejh'katar, l'ultima città prima del deserto... dove l'esercito stava marciando. E se fosse stata lei e cercare di uccidere suo fratello? Del resto non aveva esitato ad uccidere un nobile.

« Se siete davvero voi, » riprese la mercenaria « dovete ascoltarmi, vostro fratello ha una lettera per voi, non sto mentendo, datemi il tempo di raggiungere il mio alloggio e vi dimostrerò che sto dicendo la verità! »

« Stai scherzando vero? Io sono il capitano delle guardie del castello, tu sei ricercata, non ti permetterò di andare oltre le prigioni del castello! » esclamò West avvicinandosi alla sorella.

« Sarò anche ricercata, ma il mandato di cattura ancora non è arrivato ufficialmente in questa regione del regno. Mi tengo informata sai? »

La tensione tra i due parenti pareva scaturire elettricità, si fissavano rabbiosamente negli occhi e nessuno sembrava intenzionato a cedere; Katòn si trovava tra quei due fuochi, indeciso sul da farsi: seguire il consiglio dell'amico e fidarsi della ragazza? Dare retta al capitano o fare come affermava la mercenaria?
Se Esta non avesse tirato in ballo suo fratello la scelta sarebbe stata semplice, ma Kat conosceva suo fratello, non si affidava alla prima persona incontrata per caso, specie se era intenzionato ad ucciderlo.

West ed Esta stavano per arrivare alle mani, Katòn li fermò prima che potessero azzuffarsi e, inghiottendo un amaro boccone, decise di dar retta alla donna.

« Cosa? Sei impazzito tutto d'un tratto? Lei è un'assassina! Va fermata, non dobbiamo andarci a passeggio insieme! »

« É stata legittima difesa, se può interessarti, e comunque è lui che comanda no? Devi sottostare alle sue decisioni! E adesso, se permetti, vado a recuperare la lettera e torno in un battibaleno, sta' pure tranquillo che non scappo... non posso permettermelo. »


Il principe lesse attentamente la lettera scritta di proprio pugno dal fratello, poche ma significative righe.

"Fratello, se stai leggendo questo vuol dire che Esta è con te.

É stata accusata di tentato omicidio nei miei confronti, ma sono tutte bugie, anzi, lei mi ha salvato la vita! Finché non chiarirò la situazione con nostro padre e il mandato non sarà revocato ti prego di tenerla al sicuro e di proteggerla, è molto importante per me, lei mi è molto cara."

West gli strappò di mano la lettera per poterla leggere a sua volta, non poté fare a meno di ridere per quello che c'era scritto.

« Non solo sei un'assassina, ma sei pure la sgualdrina dell'erede al trono. »

Lo schiaffo lo colpì forte sulla guancia.

« Tu non sai. Evita di parlare. »

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