giovedì 22 aprile 2010

Ragnarok

18

Fendente, stoccata, tiro diretto, parata. Il cozzare delle spade tra loro e sugli scudi si poteva udire fino ai gradoni più alti dell'arena, il popolo era rapito dalla danza letale dei due uomini che stavano combattendo, non c'era più un'osannazione per l'uno o per l'altro, solo incitazioni ad andare avanti ed a non arrendersi.

West picchiava duro, dovette ammettere Frey, non lasciava un attimo di respiro al principe; il capitano delle guardie era molto agile e scattante di gambe, più veloce rispetto all'erede del regno di Irrfad, grazie alle sue capacità era leggermente in vantaggio sul suo avversario. Frey, per contro, aveva una buona difesa anche se era più lento, il suo scudo poteva resistere maggiormente agli attacchi di West.

L'incontro durava già da un quarto d'ora, i due contendenti erano visibilmente stanchi, dovevano mettere la parola fine al più presto, gli attacchi si facevano più lenti, le spade sembravano più pesanti, le braccia non reggevano più gli scudi.

Sua Maestà se n'accorse, non era mai accaduto prima che il re concedesse una soste durante un combattimento, ma per quella occasione Re Gothan decise di fare un'eccezione.

« Maestà, dovete far terminare l'incontro, il principe potrebbe farsi del male se continua così! » pregò la principessa Utena.

« Mi dispiace mia cara, se dichiarassi finito lo scontro ferirei nell'orgoglio sia mio figlio sia il capitano delle guardie, inoltre sono curioso di vedere fino a che punto possono giungere, non desidero nemmeno io la fine. » negò Re Gothan.

Katòn guardò suo padre di sottecchi, si domandava cosa avesse in mente, non aveva invitato West a partecipare al torneo per niente, ne era quasi sicuro, ma allora qual era il motivo? Non poteva chiederglielo direttamente, non poteva neanche ottenere quell'informazione dal suo migliore amico, i due sfidanti stavano di nuovo prendendo posizione.


West girò intorno al principe, che stava immobile al centro dell'arena in posizione di difesa, il capitano delle guardie si muoveva lentamente, studiava il suo avversario osservandolo attentamente ed elaborava mosse e strategie per poterlo atterrare.

Frey noc Savhr non osava muoversi, una sola mossa sbagliata e West l'avrebbe attaccato, non credeva che quel giovane fosse tanto forte, durante la campagna militare aveva incontrato e s'era scontrato con decine di guerrieri, ma in quel momento nessuno sembrava essere all'altezza di colui che aveva davanti. Adesso capiva come mai era diventato capitano così giovane.

Il principe aveva una sola possibilità di vittoria, distrarre West e abbatterlo di conseguenza, ma come poteva far calare la sua attenzione? Forse, se gli parlava di sua sorella West avrebbe perso le staffe e sarebbe divenuto un avversario più facile da battere; non c'avrebbe messo la mano sul fuoco, ma lo scontro verbale era l'unica soluzione che aveva.

« Non ho mai disonorato tua sorella. »

« Ah, ma davvero? Secondo me invece l'hai fatto, prima le hai preso la sua virtù e poi l'hai abbandonata. »

« Non potevo fare altrimenti, ero già impegnato quando ci siamo conosciuti. »

« Questo però non ti ha indotto a lasciarla perdere. »

Frey desiderò ardentemente di conficare la sua spada nel ventre dell'avversario, come osava dirgli certe cose, come osava, lui, quel semplice capitano, che non conosceva niente dei patimenti interiori del principe.

« Non hai il diritto di parlarmi così! Tu non sai niente West al Denìo, tu non sai cosa significa avere tutta una vita già programmata da altri. »

« So solo che Esta ti ha amato e che tu l'hai messa da parte una volta che non ti era inutile. »

« Per tutti gli Dei! Credi davvero che se avessi potuto mi sarei comportato così? Credi veramente che se fossi un uomo libero non l'avrei sposata? Certo che l'avrei sposata, l'avrei sposata all'istante!

Lei è l'unica donna che desidero, sì, sono sposato e mia moglie mi ama, ma non potrà mai rendermi felice come Esta. »

West rimase in silenzio.

Alzò la punta della sua spada verso il principe, un attimo e poi scattò all'istante.

Tirò un paio di fendenti che Frey respinse con forza, poi delle stoccate, colpi allo scudo, parate; la lotta era tornata ad essere furiosa come poco prima, non si davano tregua, incrociavano le spade fino a far scaturire scintille dalle due lame, nessuno dei due era intenzionato ad arrendersi.


La principessa Utena si accarezzava convulsamente il ventre appena pronunciato, il padre di suo figlio stava lottando brutalmente, non era come gli altri incontri, pregò ancora una volta Sua Maestà di cessare il tutto, ma il suo sovrano glielo negò ancora.

« Non preoccupatevi, mio fratello se la caverà. » tentò di rassicurarla Katòn, « È sempre stato uno spadaccino provetto. »

La lady ignorò le parole del cognato e tornò a seguire il combattimento.

« Assomiglia ad un scontro all'ultimo sangue, secondo te chi ha più probabilità di vittoria? » domandò Esta sussurrando all'orecchio del principe cadetto.

« Non ne ho idea, entrambi sono molto bravi, West è avvantaggiato dal fatto di avere più anni di Frey che, dal canto suo, è avvantaggiato dall'esperienza accumulata durante la battaglia nel Deserto degli Scheletri. » rispose perplesso Katòn.

« Per ora sono alla pari. » osservò la donna.

« Sì, per ora. So per certo che West è molto più di quello che mostra. »

« Sì, è stato uno dei primi insegnamenti di nostro padre, prima che lo lasciasse a quell'uomo insegnò qualcosa anche a mio fratello. »

« Dunque questo spiega tutto. »

Katòn ricordò le volte in cui era andato a fargli visita in caserma, West non era solito mostrare le sue vere capacità, affermava che se mostrava tutti le sue armi segrete non sarebbe mai stato imbattibile.

Lady Utena gridò, il principe cadetto abbandonò i suoi ricordi per concentrarsi sull'arena, il capitano delle guardie del castello aveva appena atterrato il principe ereditario, rimasto senza spada.

Il pubblico era con il fiato sospeso, in quegli attimi si sarebbe deciso l'esito del duello.

"Se West punta la spada alla gola di mio fratello avrà vinto."

Re Gothan, Lady Utena, Esta, perfino Katòn, si alzarono in piedi per vedere West che si avvicinava a gran passi al principe.

« Dicono che dopo la vittoria nel deserto tu si sia gloriato delle morti che hai inferto. » disse il capitano a poca distanza da Frey, « Dicono anche che tu ti sia vantato della perfetta strategia militare che avete adottato per l'occasione. »

« Se proprio devi umiliarmi fa' quello che devi, sono sconfitto, puntami quella tua maledetta spada al collo e facciamola finita. » replicò acido il principe sputando a terra.

« Tuo padre, Sua Maestà Gothan, mi manda a dirti di essere più umile in futuro. »

Inaspettatamente West porse la sua mano, non c'era più animosità in lui, solo un ghigno soddisfatto e la consueta aura d'allegria che lo circondava; sorrise al principe.

« Sono onorato di aver lottato con voi. » parlò West, « Vi siete fatto valere, avete tutta la mia stima, principe. »

Frey si rialzò grazie all'aiuto che West gli stava dando, il popolo esultò e scoppiò in un'ovazione che non s'era mai sentita prima d'ora, Re Gothan applaudì con vigore, compiaciuto da quella lotta, la principessa Utena invece pianse lacrime di felicità mentre Katòn ed Esta sospirarono sollevati.

« Dichiaro dunque conclusa la prima parte di questo torneo! » tuonò Sua Maestà allargando le braccia, « Frey, figlio mio, ti sei comportato bene, hai lottato con onore, tua madre sarebbe fiera di te.

West, oggi ho compreso la tua forza, non dubito che la difesa del castello sia in buone mani. »

Re Gothan si allontanò dal palco reale seguito dalla corte, Katòn ed Esta rimasero ad aspettare il capitano delle guardie, che si stava asciugando il sudore dalla fronte.

« Lasciatelo dire, sei completamente pazzo. » rise sua sorella dandogli delle pacche sulla spalla, « Come ti è venuto in mente di sfidare il principe, eh? »

« Non potevo certo rifiutare un ordine del re. » si giustificò West, ridendo a sua volta.

« Mio padre è rimasto impressionato, sai? »

« Ne sono onorato. »

Il principe cadetto e le due guardie s'incamminarono per raggiungere il resto del corteo, i soldati salutarono il loro capitano con enfasi, congratulandosi con lui.
Katòn non lo dava a vedere, ma era estremamente orgoglioso del suo amico, l'unica stonatura era che quel suo combattimento gli aveva ricordato quanto poco mancasse all'avvento del Ragnarok.

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