giovedì 15 aprile 2010

Ragnarok

17

Un freddo sole illuminava le strade della città decorate con nastri e fiori per l'occasione, i cittadini corervano da un posto all'altro per passarsi informazioni, c'era chi aveva visto Sua Maestà abbigliato tutto d'oro, chi invece diceva che il corteo sarebbe stato accompagnato da suonatori e danzatori, delle comari affermavano che in un giorno speciale come quello alcuni signorotti minori avrebbero preso come spose delle ragazze di città.

C'era fermento nell'aria.

Le fanciulle avevano preparato dei cestini colmi di petali di fiori da lanciare al passaggio della principessa, le sacerdotesse intonavano già canti alla Dea della Fertilità per propiziarne la gravidanza.

« Ecco! Stanno arrivando! » esclamò un ragazzo correndo a perdifiato lungo la strada principale.

Gli uomini e le donne iniziarono a scostarsi per mettersi ai lati della strada, i bambini smisero di giocare per affincare i genitori, i cani randagi vennero rinchiusi negli scantinati per non ostacolare il passaggio dei cavalli.

Il chiacchiericcio che animava la città si ammutolì per alcuni minuti, tutti guardavano verso un'unica direzione, in attesa di poter vedere Sua Maestà, Re Gothan, cavalcare fiero e imponente seguito dalla sua corte.

Il silenzio venne rotto dal nitrito di alcuni cavalli, la città si animò di nuovo.

La processione sfilò sotto le grida e la gioia delle persone, Re Gothan salutava cordialmente i suoi sudditi, il principe Frey e sua moglie, la principessa Utena, distribuivano sorrisi e monete, Katòn cavalcava sereno dietro al fratello, West invece andava su e giù lungo la colonna di nobili per essere informato di ogni piccolo movimento sospetto dai soldati che aveva posto al fianco del corteo.

Era mattina inoltrata quando finalmente tutto fu pronto per dare inizio alla giostra, il sovrano e i nobili che non avrebbero combattuto erano seduti sul palco reale, posto non troppo in basso, in modo che Sua Maestà potesse vedere alla perfezione i vari incontri, sui gradini della vasta arena era seduto il popolino, che già faceva il tifo per questo o quell'altro cavaliere.
I partecipanti sfilarono di fronte al palco, Re Gothan si alzò, con un gesto della mano zittì i cittadini e con voce tuonante diede inizio al torneo.

La prima parte della mattinata era destinata allo scontro con la lancia, poi ci sarebbe stato lo scontro all'arme bianche e nel pomeriggio ci sarebbe stata la grande mischia finale.

I primi a battersi furono esponenti del popolo, erano inesperti, ma fecero del loro meglio per impressionare il pubblico, molti di loro non avevano mai cavalcato un cavallo da guerra, né usato una lancia, il più delle volte neanche lo possedevano un cavallo; per questo Re Gothan aveva espressamente ordinato che a coloro che, al momento dell'iscrizione alla giostra, non disponevano di un cavallo, di una lancia o di entrambi, fosse dato un equipaggiamento adeguato, da restituire alla fine della giornata di incontri.


Esta si trovava di fianco a Katòn, era stato il principe cadetto ad insistere per averla accanto; si sentiva a disagio lì, davanti ai nobili e poco dietro Sua Maestà, sapeva di avere addosso lo sguardo inferocito della principessa Utena, la quale l'aveva odiata fin dal primo giorno in cui si erano conosciute.

« Mia Lady, costei è Esta al Denìo, la donna che mi ha salvato la vita. » disse Frey alla sua futura moglie appena finito il processo della mercenaria.

« E' un onore per me conoscerla, il principe parlava molto di lei. » si inchinò Esta.

« Il piacere è tutto mio. » replicò freddamente Utena per poi darle le spalle e andare via a braccetto con il suo principe.

Esta scacciò il ricordo, era quasi sicura di non provare più niente per il principe ereditario, ma meno ci pensave e meglio era per lei.

« Maestà, voi sapete quando scenderà in campo mio fratello? » chiese a Katòn per distrarsi dai suoi stessi pensieri.

« No, non lo so, non mi ha detto niente a proposito.

Puoi chiamarmi semplicemente Katòn, non mi piacciono le formalità. » rispose Katòn sorridendo.

Un paggio dichiarò finiti i combattimenti a cavallo e annunciò i combattimenti con le armi bianche, i partecipanti sfilarono anch'essi, come i loro predecessori, di fronte a Sua Maestà che dichiarò aperti gli scontri.

I partecipanti erano quasi tutti nobili e signorotti e soldati, che intendevano dimostrare il loro valore a Re Gothan; iniziò il primo incontro, poi venne il momento del secondo, del terzo, del quarto e tutti gli altri in seguito.

Il popolino faceva il tifo, ma i nobili sul palco erano visibilmente annoiati, quegli scontri erano tutti uguali, uno la copia dell'altro.

Arrivò il turno dell'ultimo incontro e ancora West e Frey non erano scesi in campo, la tensione di Esta era palpabile, le era venuta in mente una strana idea, ma volle sperare che suo fratello non fosse così pazzo da rischiare una cosa simile; eppure West le aveva rammentato qualcosa a proposito dell'onore.

Il principe ereditario e il capitano delle guardie del castello entrarono simultaneamente nell'arena muniti di spada e scudo e protetti da una cotta di maglia, si inchinarono di fronte a Sua Maestà e presero posizione, pronti per il combattimento.

Il paggio diede il segnale d'inizio.

I due iniziarono a studiarsi a vicenda, camminando in cerchio, West puntava la sua spada verso il principe, che aveva la guardia alzata.

« Dicono che in battaglia vi siete guadagnato gloria e onore. » disse West senza abbassare la sua arma.

« Così dicono, chi sono io per poter smentire queste voci? » rispose Frey sulla difensiva.

« Eppure non siete un uomo d'onore. »

« Cosa? »

« Mia sorella ha perduto il suo onore a causa vostra, è mia precisa intenzione vendicarla qui, in questa arena, di fronte a tutti. »

Il volto di Frey si illuminò, finalmente riconobbe l'uomo che aveva di fronte, il fratellastro di Esta, la donna che tanto aveva amato nei giorni della campagna militare.


Lady Utena si morse l'unghia del pollice destro, vedeva il suo amato sposo confabulare qualcosa con il suo avversario, ma a quella distanza, con le ovazioni dei cittadini, era impossibile sapere che cosa si stavano dicendo. Guardò inferocita Esta, sicuramente era lei la causa di tutto ciò.

Katòn fissò allibito i due combattenti.

« Ma è pazzesco. » commentò basito, « mio fratello contro tuo fratello » disse rivolto ad Esta, « neanche in una favola per bambini sarebbe potuto accadere. »

« Santi Dei... West dev'essere impazzito, come ha potuto sfidare il principe? Se gli dovesse fare del male non oso pensare alle conseguenze. »

« Mio fratello si sa difendere, non è uno sprovveduto, però... tutto ciò è veramente pazzesco. »

L'unico divertito era Sua Maestà.

« Bene bene, adesso vedremo di che pasta è fatta il nostro capitano delle guardie. » affermò sorridendo, « dimmi Katòn, tu che conosci bene West, com'è, come si comporta? »

Katòn deglutì saliva.

« Padre, West non è tipo che si arrende facilmente, è allegro e gioviale con tutti, riesce a farsi volere bene dai suoi uomini, ma quando c'è da utilizzare spada e scudo non conoce pietà; è un eccellente spadaccino, non credo sia un caso se così giovane ricopre un ruolo molto importante. »

« È vero Maestà, » intervenne Esta « Io stessa l'ho visto sconfiggere tre ragazzi che lo avevano attaccato, ed era a mani nude. So che ogni mattina si sottopone ad un allenamento molto severo, mio fratello non è persona da sottovalutare. »

« Dunque il caro capitano è una merce preziosa. Ottimo, a sentir parlare voi mi ha assalito la curiosità di vederlo combattere, Frey sarà alla sua altezza? »

"Lo spero vivamente, padre, lo spero vivamente"

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