mercoledì 7 aprile 2010

Ragnarok

16

Katòn noc Ferac stava cavalcando lungo le strade della città, stava tornando al castello dopo un colloquio con Roriath, la Dea della Guerra. Non che ne sentisse veramente il bisogno, ma mancavano ormai due mesi all'avvento del Ragnarok e il principe voleva essere sicuro di aver appreso le mansioni che sarebbero state di sua competenza.

Nel ritornare a casa, Katòn si era fermato in una locanda per bere del vino, a servirlo fu una ragazzina, la cui voce gli era familiare, era come se l'avesse già udita in precedenza.

Aveva capito chiaramente che la cameriera si era interessata a lui, ma Katòn le aveva risposto freddamente, nella speranza che quest'ultima comprendesse il suo implicito rifiuto.

Il vino lo distrasse per qualche momento dal mondo che lo circondava.


« Il Ragnarok si avvicina, sei pronto Katòn? » gli aveva domandato Roriath.

« Sì, almeno credo. » aveva risposto dubbioso il principe.

« Non farti trovare impreparato. Non hai bisogno di altre nozioni, goditi questi due mesi di pace. »


Pagò il locandiere e rimontò a cavallo, se faceva in tempo poteva ancora sperare di rimediare qualcosa da mangiare nelle cucine; da sempre era il cocco di Lenya, la cuoca che non gli aveva mai fatto mancare niente da mangiare in tutta la sua vita.

Lungo la cavalcata fu costretto a togliersi l'ingombrante mantello, nonostante l'inverno fosse alle porte era una giornata piuttosto calda, il cielo era limpido, senza nuvole all'orizzonte. Era la quiete che precede la tempesta.

Smontò di cavallo nel cortile del castello, nel lasciare la cavalcatura nelle stalle udì alcune guardie parlottare di ciò che era avvenuto prima, Katòn sentì di alcuni ragazzi che avevano attaccato West. Non fece in tempo a cercarlo per chiedergli spiegazioni, fu lui a trovare prima lui e a sottoporlo ad una specie di interrogatorio.

Le stalle puzzavano di escrementi, ma era l'unico luogo dove potessero discutere in santa pace.

« Kat, si può sapere dov'eri finito? » gli chiese West incrociando le braccia.

« In città, non mi sembra una cosa grave no? »

Silenzio.

« Potrei andare nelle cucine a vedere se Lenya mi ha lasciato qualcosa? »

Ancora silenzio.

« Tu hai un'amante, vero? »

La domanda di West, posta inavvertitamente, fece sobbalzare Katòn. Di tutto ciò che si era immaginato potesse dirgli, questa era l'ultima delle opzioni.

« Io un'amante? Ma da dove ti saltano fuori queste afermazioni West? »

« Ogni mese, in un giorno ben preciso, tu vai in città. Se non è per incontrare la tua amante, allora di cosa si tratta? »

« Se te lo dicessi mi prenderesti per pazzo. »

West stava per replicare quando fu interrotto dall'entrata improvvisa di sua sorella Esta, visibilmente contrariata.

« Eccoti finalmente! Ti ho cercato per tutto il tempo! Oh, Maestà. » fece un piccolo inchino, « West, Re Gothan ha chiesto di te, immediatamente. »

« Di me? »

« Sì, sembra che voglia organizzare una giostra. »

Esta si scurì in volto, quella giostra era dedicata alla gravidanza della principessa Utena, a quanto pareva le voci si erano rivelate vere e Sua Maestà voleva dare quel torneo in onore del futuro nipote.

« Mio padre non ama che lo si faccia aspettare. » disse Katòn invitanto l'amico ad andare.

Il capitano delle guardie sbuffò e tornò ai suoi doveri, Esta accompagnò il principe fino ai suoi appartamenti, prima di lasciarlo solo, però, si fermò un attimo a conversare con il giovane.

« Maestà, vi prego di perdonare mio fratello, immagino che vi abbia posto domande irriguardose, ci pensa da stamani. »

« Ma non c'è niente di cui deve farsi perdonare. » rise per qualche secondo Katòn, « Fa sempre così, non ti preoccupare. »

« Temeva che aveste... una relazione segreta con una qualche donna. »

« Già, me l'ha appena detto, solo che non è così.

C'è un motivo ben preciso, ma non posso rivelarlo. »

« Come mai? » azzardò Esta sottovoce.

Katòn la osservò bene, la somiglianza col fratello era innegabile, se non fosse stato per il colore degli occhi – azzurri Esta e verdi West – si sarebbe potuto dire che erano gemelli. Che anche il carattere fosse stato il medesimo? Decise di non rischiare.

« È una storia troppo lunga e troppo incredibile, mi daresti del pazzo anche tu. »

Il principe congedò la donna e si rinchiuse nella sua stanza, sulla scrivania di legno pregiato c'era ancora il libro che stava leggendo prima di uscire: "Miti e leggende di Irrfad." Lo chiuse e lo rimise al suo posto, chiamò la servitù e si fece preparare un bagno caldo, aveva proprio bisogno di darsi una lavata e di togliersi di dosso le preoccupazioni; più tardi sarebbe andato ad implorare Lenya affinché gli preprarasse qualcosa, certo che l'anziana donna non gli avrebbe mai detto di no.


Ritrovò West nello studio di suo padre, da quando si erano separati e il capitano aveva raggiunto Sua Maestà ancora non era andato via.

« La sicurezza deve essere impeccabile, ricorda bene. Fa' in modo che al nostro ritorno sia pronto un corteo d'onore, fai vestire le guardie con l'uniforme per le cerimonie.

Questa giostra dovrà essere perfetta sotto tutti i punti di vista, hai compreso bene? » il tono di voce di Re Gothan non ammetteva replica nonostante fosse calmo e tranquillo, Sua Maestà non aveva bisogno di alzare la voce per imporre la sua autorità, bastava la sua figura.

« Si Maestà, ai vostri ordini. »

Re Gothan fece un cenno della mano e mandò via West, con un altro invitò il figlio minore a sedersi.

« Oggi non c'eri per il pranzo. » affermò il re.

« Sì, vengo per scusarmi, ero andato in città a pregare per la slute di mia cognata e di mio nipote. » mentì Katòn.

« Tu preghi molto, figlio mio. Preferisci le parole alla spada, non ti chiedo nemmeno se vuoi partecipare a questa giostra, so già che mi risponderesti negativamente. »

« Così è, padre mio. »

« Così è.

Ti perdono figlio, adesso va' dal capitano delle guardie e digli che mi auguro di vederlo partecipare, digli anche che mi farebbe molto piacere veder scendere in campo sua sorella. »

« Padre, non si è mai vista una donna paretecipare ad un torneo. »

« C'è sempre una prima volta, no? »

Katòn non oso replicare, si inchinò al padre e lasciò la stanza per eseguire gli ordini che gli aveva dato. Trovò West intento a riferire i comandi del re ai suoi uomini, lo prese in disparte per un secondo e gli disse esattamente ciò che gli aveva detto il padre poi ritornò nelle sue stanze.

La giostra era stata fissata per il mese dopo, si sarebbe svolta nell'arena in città durante la mattina, poi la famiglia reale e la corte, seguita da tutti i nobili del regno, sarebbe tornata al castello per il pranzo, nel pomeriggio ci sarebbe stata la mischia e in tarda serata l'incoronazione del partecipante più valoroso.

Re Gothan aveva dato ordine che potessero partecipare chiunque lo volesse, la nascita di suo nipote era un evento da dividere con tutti, aveva detto. Cavalieri, nobili, soldati, scudieri o semplici contadini, per quell'evento non ci sarebbero state distinzioni.
Suo fratello avrebbe partecipato di sicuro, pensò Katòn, mentre lui sarebbe stato comodo comodo sul suo seggio accanto al padre.

"Gli altri a combattere, io a sedere."

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