martedì 7 settembre 2010

Ragnarok

25

Katòn lesse la missiva almeno tre volte, ancora non capiva dove avesse sbagliato con Shirea, era fuori luogo che la fanciulla se la fosse presa a morte per un appuntamento mancato, Julian era il figlio maggiore di un notabile del re, aveva molti impegni... se si fosse ricordato di dirglielo.
Temette che la ragazza avesse scoperto la sua verà identità, cosa alquanto probabile dato che si era mostrato in pubblico durante la Giostra, e che quindi si fosse messa deliberatamente da parte per non comprometterlo.
No, c'era qualcosa che non tornava, conseguenze non previste; ripensò al vecchio veggente cieco e alla profezia che lo riguardava, per uno strano presentimento sentiva che l'ombra fosse proprio Shirea, non trovava una ragione particolare del perché provava questa sensazione, era così e basta.
Nell'assoluto silenzio dei suoi appartamenti il principe cadetto analizzava le possibili concorrenti del Ragnarok basandosi su un vecchio libro di teologia scritto da un saggio che asseriva di aver conosciuto gli Dei.
« Te l'ho già detto che dovrersti stare più tempo fuori a cercare le mie nemiche invece di chiuderti qui dentro? » irruppe Roriath, fluttuando leggera al centro dello studiolo.
« Sto cercando di capire con chi ho a che fare. » replicò Katòn stizzito.
« Leggendo le fantomatiche descrizioni date da un uomo che fumava erba? Io non ci farei molto affidamento. »
Il principe minore chiuse di scatto il libro e lo lanciò, con uno scatto fulmineo, all'altro angolo della stanza; non era ancora abituato ai modi bruschi e provocatori della Dea, nonostante fosse un membro della famiglia reale senza pretese era stato abituato fin dalla più tenera età ad essere trattato con rispetto e gentilezza, l'unica eccezione era West, con il quale aveva stretto un'ottima amicizia, mal sopportava i modi di fare di Roriath ed era perfettamente consapevole di trovarsi in una situazione in cui gli era impossibile constatarle qualcosa, non voleva di certo ritrovarsi fulminato.
« Qual è il motivo per cui sei venuta? » venne subito al sodo Katòn.
« Vengo ad informarti che Eeda è fuori dai giochi, il suo araldo è stato brutalmente ucciso. »
« Cosa!? Il veggente è stato ucciso? E perché Eeda non può più partecipare? Non basta che si trovi un sostituto? »
« No, ogni Dea ha diritto di partecipare solo se il proprio araldo rimane in vita, con la morte di quel vecchio Eeda è automaticamente esclusa dal Ragnarok.
Solo le regole del Re e non si discute. »
Katòn rimase senza parole per qualche minuto, a cosa stava pensando quando Roriath gli spiegava certe nozioni? Ma soprattutto era veramente sicuro che non le fosse passato di mente?
« Devi fare molta attenzione da ora in avanti dato che c'è in giro un araldo che uccide, è la prima volta che accade una cosa del genere, non so cosìaltro consigliarti. »
« Mi farò accompagnare giorno e notte da West, è l'unico a cui affiderei totalmente la mia vita. »

« Dovrei farti nuovamente da balia!? Non ti è bastato l'anno scorso oppure devo rammentarti in che condizioni eri? »
« Si tratta di un'altra situazione West, mi avevi detto che mi avresti aiutato, vuoi forse rimangiarti la parola? »
Lo studio privato del capitano delle guardie presentava un arredamento privo di lusso e di oggetti superflui, una scrivania, due sedie di legno ed un grosso baule di legno massiccio erano più che sufficienti per West, in linea con il suo carattere aveva fatto rimuovere tutto ciò che gli era sembtato inutile il giorno stesso della sua nomina; il suo predecessore aveva fatto di quello studio un salotto in miniatura per intrattanere e conversare con le dame del castello.
Il principe lo guardò con aria supplichevole, era la sua unica speranza, l'unico a cui poteva spiegare tutto anche se preso per pazzo.
« Katòn cerca di capire, non sono la tua guardia privata, io servo prima di tutto tuo padre, è a lui che ho giurato fedeltà e di proteggere la famiglia reale e il castello anche a costo della vita.
Se perdo tempo con i tuoi giochetti e succedesse qualcosa qui potrei non avere più una testa attaccata al collo. »
Katòn rifletté bene prima di proferire risposta, effettivamente la spiegazione dell'amico corrispondeva a verità, il principe non aveva l'autorità per obbligare il capitano a distrarlo dai suoi doveri, se invece desiderasse ingaggiare qualcuno per far parte della sua guardia reale... Non ringraziò abbastanza i suoi anni di studi sulla retorica.
« Bene, se io volessi un soldato o un piccolo plotone che protegga solo ed esclusivamente la mia persona, posso ottenerlo giusto? »
« Certo, » West si alzò per recuperare un libro dal baule, lo aprì e lo sfogliò con cura, « Se non sbaglio hai la possibilità di scegliere tu stesso chiunque tu voglia dalle guardie reali, il nostro antico nome, ma solo con il permesso di Sua Maestà. »
« Bene. »
Katòn fece per uscire senza aggiungere altro, aveva ingannato West così facilmente che quasi non lo credeva possibile.
« Aspetta un momento... »
Come volevasi dimostrare.
Il principe cadetto iniziò a correre per il castello inseguito dal capitano delle guardie, parevano due bambini che giocavano a rincorrersi, Katòn rideva e derideva l'amico, West gli imprecava dietro.
« Fermati ho detto! »
« La tua corazza ti rallenta, non ti conviene sprecare fiato! »
« Fermo! »
« Mio padre accetterà la mia richiesta, lo sai, è inutile che tu corra tanto! »
Servi e cameriere si spostavano per farli passare, le donne più anziane li brontolavano, gli uomini scuotevano la testa affermando che mai e poi mai sarebbe successa una cosa del genere ai tempi d'oro di Irrfad.
Alla fine West dovette capitolare.

I due stavano cavalcando in direzione della città, West era infuriato e non faceva niente per nasconderlo.
« So che sei arrabbiato con me, ma credimi, ho veramente bisogno di te. »
Silenzio.
« So anche che mi credi pazzo, dammi corda no? Se potessi ti avrei già fornito le prove della veridicità delle mie parole. »
Nessuna risposta.
« Oh insomma! Non è tenendoci il broncio che risolveremo i nostri problemi. »
« Sua Maestà forse parla da solo? »
Una figura nera uscì dalla boscaglia, mostrandosi ai due cavalieri, West portò la mano all'elsa della spada, pronto a sfoderarla in un battito di ciglia, Katòn fermò il cavallo rimanendo dietro l'amico.
« Chi sei? Perché celi il tuo volto? » domandò autoritario il principe.
« Maestà, a causa del mio mestiere mostrare la mia faccia sarebbe un imperdonabile errore, vogliate perdonarmi. »
« Hai risposto alla seconda domanda, non evitare la prima e parla. » lo incitò West scendendo da cavallo.
Il capitano gli si avvicinò con la spada ormai sguainata, la figura tirò fuori dal suo ampio mantello un paio di pugnali corti, pronto a difendersi da qualunque attacco.
« Come pretendete che io risponda, se mi puntate una lama? »
« Come pretendi che io mi fidi, se non ti riveli? »
« Se vieni in pace non ti sarà fatto nulla, se invece le tue intenzioni sono maligne allora preparati a ricevere la giusta punizione. » sentenziò Katòn.
L'oscura presenza si ritirò leggermente, rinfoderò i pugnali e scostò la stoffa dal suo volto, mostrando un giovane di circa trent'anni con una brutta cicatrice sull'occhio.
« Come desiderate Maestà, o forse dovrei dire araldo di Sua Signoria Roriath, Dea della Guerra? »
Il principe cadetto trasalì alle parole dell'uomo, conosceva la sua identità, sapeva qual era la dea che stava servendo, sapeva che era un araldo! Non gli ci volle molto per collegare le cose e comprendere che era lui l'assassino del vecchio veggente.

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